L’idea prima della realizzazione di un buon logo.

Realizzare un buon logo non è per niente facile e diventa impossibile se ci si trova davanti a un foglio bianco senza avere la ben che minima idea di cosa si voglia realizzare.
La fase di brain storming per un designer equivale alla scelta di un nome per una azienda.

La prima cosa da fare è interrogarsi sul messaggio che il logo dovrà comunicare, tenendo presente che esistono modi diversi di rappresentare lo stesso concetto.
Il più ovvio è quello figurativo, ovvero raffigurare un oggetto concreto legato all’azienda come a esempio una casa per una società immobiliare o una macchina per una concessionaria d’auto, ma questa soluzione è anche la più banale; sicuramente non aiuterà il cliente a distinguersi dai numerosi competitors.
La bravura del designer viene misurata con la sua capacità di esprimere un concetto in modo diverso dalla maggior parte dei suoi colleghi.
L’utilizzo di un’immagine astratta spesso rappresenta la soluzione più difficile ma anche la più indicata. Si tratta di avere intuizione nel trovare una idea che prima di tutto rappresenti la filosofia aziendale; per rappresentare una società che deve comunicare solidità e affidabilità dovremmo proiettarci su una composizione altrettanto solida e magari formata da blocchi con forme regolari e statiche.
Un logo dinamico con orbite, linee o elementi separati, invece, potrebbe essere la strada giusta per un’azienda high-tech, che quindi verrà idealizzata con attività di ricerca moderna che implica l’uso di tecnologie all’avanguardia. Un’azienda di programmazione, d’altronde, non dispone di molte immagini simboliche o rappresentative se escludiamo il computer stesso; è evidente che la soluzione più indicata diventi quella di concentrarsi esclusivamente su un marchio astratto che cerchi semplicemente di rappresentare il senso dell’attività, abbandonando del tutto la soluzione iconografica.

Nella maggior parte dei casi queste aziende hanno più di un business, in questo caso è importante considerare l’utilizzo di moduli grafici che identifichino la scalabilità di un prodotto. Il marchio dovrà poter essere declinato per rimanere valido; la differenziazione cromatica, in questo caso, potrebbe essere una buona soluzione.

Spesso il largo consumo obbliga il designer a rafforzare la facilità di memorizzazione di un marchio; ecco perché alcune aziende ricorrono all’uso di una mascotte (vedi per esempio “TireMen” per la Michelin o “Beaver” per la Roots), che sarà comunque impiegata in un contesto iconografico, e dovrà essere stilizzata in maniera importante.

Qualunque sia la strada che verrà adottata  è indispensabile riuscire sempre a suscitare delle emozioni nell’osservatore. L’esperienza emotiva può da sola essere la chiave del successo di una buona immagine aziendale.

A ogni modo, avvicinandosi ai loghi dei colossi che praticano nello stesso settore (come McDonalds per un fastfood)  ci si dirige in una percorso meno rischioso, con la sicurezza non mancare (almeno del tutto)  il nostro target. Questi sono infatti dei marchi di successo, quindi radicati nell’immaginario collettivo, magari anche solo perché ben pubblicizzati; è difficile quindi non creare un minimo di connessione.

Il concetto fondamentale da tenere comunque in considerazione è che un buon logo non dovrà essere solo di facile lettura e facile da ricordare, ma dovrà anche essere accettato dal meccanismo del mercato. Ciò che un logo provocherà nel subconscio corrisponderà al successo che l’azienda avrà nel proprio settore di mercato.

La gestalt ci aiuta a definire le sensazioni che l’osservatore proverà di fronte a una immagine. Troppi spigoli possono creare una sensazione di disaggio e di pericolo, quindi provocare una reazione di cautela o di ansia, mentre un cerchio crea una sensazione di quiete e di chiusura quindi una reazione di sicurezza e affidabilità.

Oltre alla forma ci sono anche altri elementi che possono completare la nostra percezione, come per esempio i colori; la palette di un logo può aiutarci e attrarre l’osservatore distratto senza diventare un elemento troppo invasivo e di disturbo.

La metodicità del nostro studio grafico implica la continua indagine e ricerca durante la fase di idealizzazione del concept, prima ancora della fase tecnica di realizzazione del logo stesso. Un buon logo dovrà sempre competere nel mercato in cui verrà inserito distinguendosi per la tecnica figurativa e per lo stile artistico; guarda qualche esempio di logo design e contattami se sei interessato a una consulenza gratuita.

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Per me è importante ogni singola identità visiva, con un’attenta analisi e una ricerca stilistica che conducono a un design distintivo, coinvolgente e significativo.